Bacardi carta blanca pre-Castro, degustazione

Il protagonista di oggi è un rum bianco straordinario: un Bacardi Superior pre-Castro, imbottigliato nella prima metà del Novecento a Santiago de Cuba dalla distilleria Bacardi. Una bottiglia rara, conservata in condizioni eccellenti nonostante fosse già aperta, che inevitabilmente ha perso parte della sua forza e del bouquet ma conserva un fascino unico.
Alla vista il distillato si presenta bianco tendente al giallino, con leggere sospensioni. La bottiglia è quella classica Bacardi con tappo in alluminio, ma colpisce la dicitura in etichetta: Rhum Bacardi Superior al posto del più comune Ron Bacardi Superior. Probabilmente destinata al mercato francofono, si tratta di un imbottigliamento particolare prodotto e imbottigliato nello stabilimento di Santiago de Cuba da Bacardi y C.ia e importato in Italia da Wax & Vitale. Secondo alcune fonti, negli anni ’40 e ’50 Bacardi era il rum più venduto al mondo, soprattutto negli Stati Uniti e in Francia, e non era raro trovare etichette con la scritta “Rum” per i mercati anglofoni e “Rhum” per quelli francofoni.
Al naso si percepiscono leggere note erbacee e una punta speziata su un morbido fondo di succo di canna da zucchero e miele, con un accenno di liquirizia. Sorprende la varietà aromatica per un Carta Blanca di quasi un secolo. In bocca è morbido e asciutto, con buon corpo e avvolgenza; emergono melassa e miele, con un finale delicato di mandorla dolce. La persistenza, considerato il tipo di rum, è insolitamente lunga e gradevole. Un distillato che segna un’epoca e che, per eleganza e fascino, resta memorabile.
La storia del Bacardi Superior e le sue origini cubane
Per comprenderne appieno il valore, è necessario ripercorrere la storia della Bacardi. L’avventura inizia nel 1830 con Facundo Bacardí y Massó, emigrante catalano trasferitosi a Santiago de Cuba, dove lavorò per un commerciante inglese di vini e iniziò a maturare l’idea di migliorare la qualità dell’aguardiente locale. Sperimentando la selezione di lieviti, la filtrazione a carboni e l’invecchiamento in botte, mirava a creare un distillato pulito e morbido, adatto a essere bevuto liscio. Il 4 febbraio 1862, Bacardí, suo fratello e un mercante francese acquistarono una piccola distilleria vicino Santiago per 3.500 dollari. L’impianto, dotato di un alambicco in rame e ghisa, alcune vasche di fermentazione e botti d’invecchiamento, presto produsse 35 botti di rum al giorno, grazie anche all’abbondanza di melassa cubana.
Il celebre marchio con il pipistrello nacque quando la moglie di Bacardí, Amalia, notò la presenza di una colonia di pipistrelli nel sottotetto della distilleria: animale portafortuna nella tradizione cubana, divenne il simbolo dell’azienda, facilitandone la riconoscibilità anche tra chi non sapeva leggere. Il rum Bacardi ottenne rapidamente successo, vincendo una medaglia d’oro all’Exposition di Philadelphia nel 1876 e iniziando un’espansione internazionale.
Nel 1919 Bacardi aprì un impianto in Spagna e, durante il proibizionismo americano degli anni ’20, promosse Cuba come meta turistica per bere rum e giocare nei casinò. In seguito, espanse la produzione anche in Messico e, nel 1933, all’abolizione del proibizionismo, creò una rete distributiva negli Stati Uniti. Per aggirare i dazi, aprì una distilleria a Puerto Rico, sede tuttora operativa. Negli anni ’50, grazie ai maestri roneros Corona e Lavighe, la produzione cubana di Bacardi divenne tra le migliori al mondo.
La svolta drammatica arrivò nel 1960, quando la rivoluzione di Castro portò alla confisca degli stabilimenti cubani. Bacardi abbandonò Cuba lasciando botti, alambicchi e lieviti, oltre ai suoi maestri roneros, e si trasferì definitivamente a Puerto Rico, dove consolidò la sua posizione di leader mondiale del rum.



