Amami Shochu: il raro kokutō shōchū delle Isole Amami a ShowRUM 2025

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Amami Shochu- il raro kokutō shōchū che racconta le Isole Amami

Tra i distillati giapponesi più affascinanti e meno conosciuti, l’Amami shochu occupa un posto unico. Esclusivo delle Isole Amami, un arcipelago subtropicale che insieme a Okinawa forma le Ryūkyū, questo distillato nasce in un contesto naturale straordinario, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO per la ricchezza di flora, fauna e barriere coralline.

Qui prende vita il kokutō shōchū, prodotto con zucchero di canna grezzo, il celebre kokutō, e riso koji, un connubio che lo rende irripetibile e diverso da qualsiasi altro shochu o rum. Solo ventisei distillerie hanno il diritto di produrlo, trasformandolo in un vero tesoro raro, che nel 2025 potrà essere assaggiato anche in Italia durante ShowRUM, che si terrà a Bologna il 21 e 22 settembre.

STORIA DEL AMAMI SHOCHU

La storia dell’Amami Shochu affonda le radici nel XVI secolo, quando le tecniche di distillazione giunsero alle Amami dal vicino Regno delle Ryūkyū. Secondo la tradizione, nel 1605 un abitante di Amami Ōshima, Kawachi Sunano, dopo un naufragio in Cina tornò sull’isola portando con sé le prime piantine di canna da zucchero. Fu l’inizio di una coltivazione che nei secoli successivi avrebbe segnato profondamente la vita delle isole. Durante il periodo Edo, il dominio di Satsuma impose un rigido monopolio sullo zucchero, relegando la produzione del kokutō shōchū a pratiche clandestine e familiari.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, sotto amministrazione americana, la scarsità di riso e la grande disponibilità di zucchero rilanciarono il distillato, che nel 1953, con il ritorno delle isole al Giappone, venne finalmente riconosciuto legalmente come shochu a condizione che la ricetta includesse sia kokutō che riso koji. Quel compromesso sancì la nascita ufficiale dell’Amami kokutō shōchū come categoria a sé, classificata tra gli honkaku shochu, i distillati autentici che rispettano metodi tradizionali, distillazione singola e assoluta purezza degli ingredienti.

PRODUZIONE DEL AMAMI SHOCHU

La produzione dell’Amami Shochu segue ancora oggi tecniche che uniscono sapienza artigianale e risorse locali. Il riso viene trasformato in koji, indispensabile per la fermentazione parallela multipla che consente al lievito e al fungo di lavorare in sinergia. Lo zucchero kokutō, non raffinato né centrifugato, viene sciolto in sciroppo e dona al mosto un carattere inconfondibile. La fermentazione raggiunge gradazioni insolitamente alte, fino al diciotto per cento, e questo permette di distillare una sola volta in alambicchi pot still, trasferendo al distillato tutta la complessità aromatica della materia prima. Il risultato è uno shochu autentico, senza zuccheri residui né additivi, limpido ed elegante, in grado di restituire al bicchiere la ricchezza del territorio da cui proviene.

Le diverse scelte di maturazione, tra botti di legno, giare di terracotta e serbatoi in acciaio, conferiscono al kokutō shōchū una gamma di espressioni ampia e sfaccettata. Ciò che non cambia è il suo profilo sensoriale, caratterizzato da note dolci e floreali, impreziosite da un’intensa sensazione umami che lo distingue nettamente dagli altri shochu giapponesi. Non sorprende che alle Amami venga consumato in ogni occasione: liscio, con ghiaccio, diluito con acqua fredda o calda, fino alle versioni moderne in highball con soda e nelle rivisitazioni creative della mixology.

La versatilità dell’Amami Shochu lo rende anche un compagno ideale a tavola, dove accompagna con naturalezza i piatti di pesce e frutti di mare tipici delle isole, ma si sposa sorprendentemente bene anche con carni grasse e dessert, confermando la sua capacità di coprire l’intero arco del pasto.

Accanto alla tradizione, non mancano incursioni nel terreno dell’innovazione. La Nishihira Distillery ha sperimentato il cosiddetto sonic ageing, diffondendo vibrazioni musicali nelle cantine di invecchiamento per stimolare l’interazione tra distillato e legno. Un approccio che ricorda tecniche già viste nel mondo del whisky e che dimostra come anche un prodotto così profondamente radicato nella cultura locale possa aprirsi a nuove interpretazioni senza perdere la propria identità.

L’Amami Shochu non è soltanto un distillato: è lo specchio di un arcipelago e della sua filosofia di vita. Le isole Amami, come Okinawa, sono parte delle cosiddette Blue Zone, regioni del mondo note per la longevità dei loro abitanti. Qui lo shochu si intreccia con lo stile di vita lento e armonioso delle comunità locali, incarnando il concetto di ikigai, lo scopo della vita che guida verso equilibrio e serenità. Ogni sorso è un frammento di questa cultura, un ponte tra storia, natura e spiritualità.

Raccontare l’Amami Shochu significa dunque raccontare molto più di un distillato: è un viaggio nel cuore di isole in cui la canna da zucchero ha plasmato l’economia, la società e persino la longevità degli abitanti. Nel 2025 questo tesoro avrà l’occasione di mostrarsi anche al pubblico italiano, con una selezione in degustazione a ShowRUM Bologna. Sarà il momento per scoprire come un prodotto così raro e autentico possa dialogare con i grandi classici del mondo, rivelando una nuova sfumatura dell’universo dei distillati.
Vieni a scoprirlo a ShowRUM!

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