Degustare un rum, il bicchiere giusto
Quante volte ci siamo chiesti quale sia il bicchiere più adatto per degustare un rum? La risposta non è scontata: sul mercato esistono forme e materiali diversi, e non sempre è semplice orientarsi. Eppure la scelta del bicchiere giusto influisce davvero sull’esperienza di degustazione.
Il primo aspetto da considerare è il materiale. Spesso si elegge il vetro cristallo come migliore opzione per i calici: è compatto, trasparente, resistente e generalmente molto sottile, caratteristiche che agevolano l’esame visivo. Tuttavia il cristallo contiene almeno il 24% di piombo, sostanza altamente inquinante. Oggi, grazie ai progressi tecnologici, si possono trovare vetri di altissima qualità privi di piombo, una scelta consigliata per chi ha a cuore l’impatto ambientale. Più che il materiale, però, ciò che influenza la degustazione è lo spessore: un bicchiere sottile migliora la percezione visiva e sensoriale.
Stabilito che il bicchiere ideale deve essere sottile, occorre valutarne la forma. La superficie di contatto tra il rum e l’aria influisce sull’ossigenazione: maggiore è l’area di scambio, più rapida e intensa sarà l’evoluzione aromatica. Per questo un bicchiere panciuto o ampio favorisce il rilascio degli aromi.
Ma non basta. Dopo l’ossigenazione, gli aromi tendono a disperdersi: una bocca di uscita stretta li concentra verso le narici, rendendo il bouquet più intenso. È un vantaggio, ma può anche disorientare i meno esperti, che rischiano di percepire i profumi in maniera confusa. La concentrazione aromatica è dunque un secondo fattore da ponderare.
Infine, bisogna chiedersi se il bicchiere debba avere o meno lo stelo. Il rum andrebbe degustato a 20–24 °C: tenere il bicchiere direttamente in mano rischia di riscaldarlo troppo, soprattutto quando il distillato richiede una lunga ossigenazione. In questi casi, uno stelo aiuta a mantenere stabile la temperatura e ad allontanare gli odori delle mani o di eventuali profumi dalla zona di olfazione. Diverso è il caso in cui si voglia bere per puro piacere, magari con ghiaccio: qui la presenza dello stelo diventa meno rilevante.
Facciamo due esempi pratici. Un rum di lungo invecchiamento e grande complessità richiede un bicchiere ampio per ossigenare, con imboccatura non troppo stretta per non concentrare eccessivamente gli aromi, e con stelo per evitare di scaldarlo. Al contrario, un rum morbido e semplice, con bouquet poco evoluto, beneficia di un bicchiere più stretto che concentri i profumi; lo stelo è opzionale, e si può gustare anche con ghiaccio senza problemi.
Come si vede, i fattori da considerare sono tre: capacità di ossigenazione, concentrazione aromatica e presenza dello stelo. Non esiste un bicchiere perfetto in assoluto: la scelta dipende dal tipo di rum e dal contesto in cui lo si degusta. La miglior palestra resta la sperimentazione: provate lo stesso distillato in bicchieri diversi e valutate le differenze.
Alla fine contano anche l’estetica e la percezione personale. Non c’è una regola assoluta, ma conoscere questi elementi aiuta a scegliere il bicchiere giusto e a godere al meglio delle emozioni che il rum può offrire.











