Rum e… George Washington
E’ noto come durante l’epoca coloniale tutti i territori del nuovo mondo fossero dediti al consumo di rum, ed ovviamente il New England non faceva eccezione.
I principali produttori di rum per la Corona britannica agli inizi del XVII secolo erano Jamaica e Barbados. Per i colonizzatori inglesi la scoperta del distillato Caraibico fu una manna dal punto di vista commerciale, dato il consumo che se ne faceva soprattutto nelle proprie colonie americane. Di lì a poco il consumo di rum nel New England crebbe a dismisura, tanto che verso la fine del 1600 si cominciò a distillare rum direttamente sul territorio.
La produzione americana di rum ebbe un’impennata agli inizi del 1700. I coloni del New England scambiavano il surplus di grano con melassa proveniente dai Caraibi (all’inizio da tutti i Caraibi), ma gli inglesi misero ben presto regole a questi scambi con i Navigation Acts che obbligavano i coloni ad acquistare la melassa solo da altri territori inglesi. Seppure mal vista, questa regola non ebbe eccessive ripercussioni, anche perchè i mercanti locali continuavano a trafficare illegalmente melassa con i territori francesi del sud America, finchè nel 1733 non venne varato il Molasses Act. Gli inglesi, rendendosi conto che il fenomeno dell’importazione clandestina di melassa non poteva essere arginato, in quanto le colonie inglesi che producevano canna da zucchero usavano praticamente tutta la melassa nella produzione di rum per i commerci della Corona, e nel timore che un aumento dei controlli potesse portare ad una ribellione, legalizzarono, seppur calmierandone le quantità, l’importazione di melassa da territori al di fuori del dominio anglosassone, fissando un dazio per le importazioni.
Dai conti fatti, l’importazione, seppur calmierata, della melassa doveva portare un gettito fiscale di circa 25’000 sterline all’anno. Nel 1735 la Corona incassò 259 sterline.
Cominciarono così vari scontri tra la Corona e le colonie del New England che confluirono nello Sugar Act del 1764, in cui la tassazione sull’importazione di melassa venne dimezzata con la speranza, ancora una volta, di fermare il fenomeno del contrabbando, e le navi della Marina Britannica vennero spronate dalla Corona ad effettuare controlli maggiori sul territorio, promettendo ai marinai inglesi metà del carico di ogni singola nave scoperta a fare traffici clandestini.
In questo contesto la figura di George Whashington assunse una grande visibilità, data dal suo stretto legame col rum e dal suo forte carisma.
Nel 1774 il mercante scozzese Robert Adam, che risiedeva in Virginia, scrisse una lettera a George Washington, lamentandosi del fatto che la ferrea legge imposta dallo Sugar Act faceva crescere in modo esponenziale il prezzo della melassa, sia in termini di tassazione che in termini di logistica, ad esempio la melassa che arrivava in Virginia, per legge doveva passare da Philadelfia. E quindi oltre all’aumento dei costi anche il calo di qualità dovuto all’arrivo di melassa di seconda mano.
Fu proprio questo conflitto con i commercianti avviato dalla marina britannica, unito alla tassazione che portò in breve tempo alla Rivoluzione Americana.
Fu a questo punto che il legame di George Washington con il rum divenne l’anello fondamentale.
Innanzitutto nel 1758 il suo programma elettorale, che lo portò ad essere eletto in Virginia, prevedeva di attrarre gli elettori promettendo loro divertimento e rum, tanto che durante la sua campagna vennero gratuitamente distribuiti rum e rum punch insieme a vino e birra.
Esattamente come in politica, il rum fu la sua arma anche dal punto di vista militare. Per George Washington un boccale di rum poteva trasformare un soldato esausto in uno pronto alla guerra, e per questo motivo nel giugno del 1779 scrisse al generale Alexander McDougall sollecitando l’esercito a rifornire la foresteria dei suoi soldati in modo più costante.
Infine utilizzò il rum anche nella sua piantagione di Mount Vernon, dove in cambio di una giornata di lavoro dava ai propri schiavi una razione di rum, mantenendo comunque la razione calmierata in modo da non eccedere, tanto che è noto lo scontro che ebbe con il suo supervisore James Butler quando lo accusò di dare troppo rum agli schiavi.
Dopo la rivoluzione Americana, la produzione di rum continuò nei territori Caraibici, ma il consumo di rum in America precipitò in favore del whisky, tanto che lo stesso Washington cominciò a produrlo nella propria piantagione, costruendo la sua distilleria a Mount Vernon nel 1797.
Ma questa è un’altra storia…