Rum e zucchero, normativa e riflessioni
Rum e zucchero negli ultimi anni compaiono spesso nelle discussioni tra appassionati, e spesso in contrapposizione. Da un lato c’è chi beve solo rum dolci o con tendenza dolce, dall’altro coloro che si definiscono puristi, e vogliono un distillato pulito, senza addizioni. Chi dei due abbia ragione è presto detto. Entrambi.
Fino all’anno in corso, la normativa Europea sulle addizioni di zucchero nel rum era vaga. Con la nuova norma spirits CEE invece, si stabilisce un tetto massimo per l’addizione di zucchero che non è dissimile da quello di altri distillati. Ovvero 20g/L. Tanto, poco, giusto? Questa è la domanda che si fanno in molti.
Partiamo da un assunto imprescindibile: la normativa di un paese importatore, come l’Europa, non può certo diventare uno sbarramento di mercato. L’Europa, con il suo limite ha semplicemente uniformato la quantità di zucchero aggiunto nel rum agli standard di altri distillati. Questo vuol dire che abbraccia, entro questo limite, qualsiasi disciplinare nazionale di produzione.
Indicazioni geografiche (IG) e denominazioni di origine controllata (DOC, AOC) sono quindi i disciplinari deputati nei singoli stati alla regolamentazione. Secondo la cultura, la tradizione ed il gusto locale, quindi, ci saranno disciplinari ed indicazioni di origine che detteranno i vincoli della produzione. Questo è a mio avviso essenziale perchè le origini mantengano le loro peculiarità.
E lo zucchero?
Anche in questo caso, saranno i disciplinari locali a stabilire soglie e regole di etichettatura. Troveremo quindi disciplinari che non consentono le addizioni e disciplinari che consentono meno dei 20g/L, come nel caso della cachaca. Ma ci saranno anche disciplinari che consentiranno oltre i 20g/L. In quel caso, le produzioni destinate all’Europa, dovranno abbassare i quantitativi di zucchero entro la soglia di legge.
Che sia o meno giusto, altro argomento scottante, ritengo sia una speculazione se la si ragiona a livello globale. Ha senso invece se si contestualizza a livello locale. Per tradizione e storia alcuni Paesi, come può essere la Jamaica o Barbados, non hanno mai aggiunto zucchero al loro rum. Per rispetto della stessa è quindi opportuno, giusto e addirittura sacrosanto che le IG di questi Paesi non contemplino addizioni. Viceversa, ci sono zone di produzione che hanno sempre ammorbidito i propri prodotti. Il discorso è simile, ovvero è sacrosanto che le IG di questi Paesi invece continuino a consentire l’addizione, nei limiti e nei termini dettati dalla cultura locale. Ed è altresì giusto, quindi, che la normativa di un paese importatore, come l’Europa, abbia maglie abbastanza larghe per accogliere entrambi.
In fondo questo consentirà di avere sul mercato sempre una vasta scelta di prodotti, dai risvolti diversi, in grado di accontentare ogni palato. E questo è un bene.
La discussione su rum e zucchero certamente non può esaurirsi a quanto sopra. L’intento di questo articolo era semplicemente quello di dare un punto di vista, totalmente personale. Per cui ben accetta ogni tipo di considerazione o osservazione.
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