St. Nicholas Abbey Rum Distillery – Barbados
Giovedì 27 febbraio 2016, Dover Beach, Barbados: inizia il Rum Travel di Isla de Rum.
Barbados, con i suoi 430 km² di superficie, è una piccola isola a est dell’arco caraibico. A differenza di molte altre, non è di origine vulcanica, e questo le dona spiagge bianchissime e spettacolari. Per anni non fu colonizzata per la mancanza di risorse minerarie, ma nel 1624 venne conquistata dagli inglesi con Henry Powell, primo governatore. L’origine del nome resta incerta: gli Arawak la chiamavano Ichirougnaim, ma sembra che fu l’esploratore portoghese Pedro Campos a coniare il termine “Os Barbados” – i barbuti.
Per secoli l’economia dell’isola è stata basata sulla canna da zucchero. Solo negli anni Novanta del Novecento Barbados ha diversificato la propria economia, puntando su turismo e servizi, con un netto miglioramento del tenore di vita. Nell’immaginario collettivo, Barbados è anche una delle culle del rum, insieme a Cuba e Brasile: qui approdò Richard Ligon, autore del primo libro sulla vita delle colonie, “The True and Exact History of the Island of Barbadoes”, che molti storici considerano la prima testimonianza della distillazione da canna da zucchero ai Caraibi. La storia è più complessa,
ST. NICHOLAS ABBEY – La Storia

St. Nicholas Abbey è una tenuta giacobina della metà del XVII secolo, situata a St. Peter, nel cuore collinare di Barbados. Nel 1658 il colonnello Benjamin Berringer costruì la residenza in stile giacobino per sé e la moglie Margaret. I continui contrasti con il vicino Sir John Yeamans sfociarono in tragedia: nel 1661 Berringer morì avvelenato e Margaret sposò Yeamans, unendo le proprietà in un’unica tenuta.
Con il tempo la proprietà passò ai Nicholas, da cui prese il nome. Nel Settecento Sir John Gay Allen, amministratore anche della piantagione Mount Gilboa, introdusse la distilleria e rese St. Nicholas Abbey una delle piantagioni più produttive dei Caraibi, esportando zucchero, melassa e rum verso Europa e America.
Oltre all’ammodernamento della casa e dell’ingresso alla tenuta (Cherry Tree Hill), primo nel suo genere a Barbados, il contributo più evidente dato da Sir Allen alla Nicholas Plantation fu l’introduzione della distilleria. In questo modo Allen aveva reso molto più produttiva la tenuta che ormai esportava zucchero, sciroppo, melassa e rum sia in America che in Europa, ed era considerata tra le più prestigiose piantagioni di Barbados e dei Caraibi in genere.
Con la morte di Sir Allen e la precoce morte senza eredi del suo primogenito la proprietà passò di nuovo alla famiglia Dotting. Le difficoltà politiche dovute all’inizio delle guerre Napoleoniche in Europa, resero impossibile rintracciare il discendente diretto della famiglia e ben presto la tenuta accumulò un considerevole debito, venendo così alla fine confiscata nel 1810 dalla Cancelleria di Corte a Bridgetown.
Da questo momento la proprietà passo attraverso vari compratori, ma senza mai raggiungere lo splendore dell’epoca di Sir Allen e soprattutto senza mai produrre rum. Venne usata come tenuta per la produzione di zucchero ed a tratti come semplice tenuta per le vacanze, fino al 1978 quando il colonnello Stephen Cave fu il primo a dimorare nuovamente nella St.Nicholas Abbey dopo la morte Sir Allen, facendo diventare la tenuta un’attrazione turistica ed aprendo le porte al pubblico in quegli anni.
Alla morte del colonnello Cave, che non aveva figli, nel 2003, la proprietà passò in mano a suo nipote, James Petri, il quale la vendette nel 2006 agli attuali proprietari, l’architetto Larry Warren e sua moglie, i quali, con i loro due figli, Simon e Shae, hanno completamente ristrutturato la proprietà, riattivando lo zuccherificio e creando una vera e propria attrazione culturale e storica per Barbados.
Ad oggi la tenuta di St Nicholas Abbey, oltre ad avere 350 acri di coltivazione di canna da zucchero, calanchi naturali e foreste, mantiene ancora intatta la struttura dell’abitazione, dopo 350 anni di storia, tanto che l’intera tenuta è stata candidata a diventare un sito di importanza storica internazionale.
ST. NICHOLAS ABBEY – Il processo di produzione
Nell’ottica dei Warren di preservare la storia e la qualità della propria tenuta e della propria canna da zucchero, la famiglia ha riavviato il processo produttivo costituendo una “boutique distillery”. Neanche a dirlo nella produzione di questo rum la famiglia ha evitato tutti i metodi di produzione intensiva e tutti i sistemi meccanici a favore del processo di distillazione tradizionale che ha reso famoso il rum di Barbados già 300 anni fa.
Per ricreare un Premium Rum degno della sua categoria, i Warren si sono appoggiati all’esperienza di Richard Seale della R.L.Seale Ltd, il quale ha una quota parte nella produzione di questo rum.
La piantagione è coltivata con metodi biologici, senza l’uso di pesticidi, e la varietà selezionata di canna da zucchero, unica per St. Nicholas Abbey, è raccolta a mano. Dopo il taglio la canna viene direttamente inserita nel mulino a vapore e subisce una singola spremitura in modo da estrarre solo la parte più dolce del succo, che viene subito condensata a sciroppo tramite un vaporizzatore (per evitare fermentazioni spontanee durante lo stoccaggio in attesa che il lievito venga inoculato per avviare la fermentazione) e successivamente diluita e riversata nelle vasche di fermentazione.
La fermentazione avviene ad opera di lieviti Saccharomices Cerevisiae e dura dalle 48 alle 60 ore.
Dopo la fermentazione il succo di canna vergine viene distillato in piccole quantità, controllandone ogni volta la qualità, con il tradizionale metodo discontinuo. L’alambicco discontinuo (pot still), il famoso Annabelle, è stato costruito su misura su specifiche tecniche date dalla St Nicholas Abbey, per la distillazione di un light rum atto all’invecchiamento.
Annabelle è un ibrido tra un pot still ed una colonna, interamente in rame. Il rum in uscita da questo alambicco attesta il grado alcolico intorno al 92% e viene diluito a 65%abv prima dell’invecchiamento.
In verità definire Annabelle un ibrido è una forzatura, come dice lo stesso Richard Seale “Annabellle è un pot still a tutti gli effetti, in grado di produrre rum di corpo. La presenza della colonna aiuta semplicemente il processo di scambio del vapore con le pareti in rame in modo da creare reflusso e quindi eliminare quanto più possibile le code ed i solfiti”
L’invecchiamento avviene in botti di rovere ex bourbon e la posizione della distilleria, su di un altopiano, favorisce un buon invecchiamento, grazie alla buona ventilazione (che aiuta anche a mantenere lontano dalla piantagione molte delle malattie della canna da zucchero).
Il Rum viene imbottigliato a mano, senza blending, direttamente dal barile (straight cask) in eleganti bottiglie di vetro su cui è incisa una immagine dell’abitazione di St Nicholas Abbey.
Il tappo è in sughero sormontato da una copertura in pelle incisa a rilievo.
Anche l’etichetta viene applicata a mano e su ogni decanter viene inciso il numero seriale e la data.
La produzione lancio della casa, il 12 anni, è in realtà un rum tradizionale (da melassa) creato ad hoc per la distilleria da Richard Seale, mentre la nuova produzione, soprattutto il bianco, rappresentano l’essenza del processo produttivo di St. Nicholas, che potremmo definire l’unico rum agricole di Barbados.





